
-L’allarme silenzioso-
Nel cuore della pandemia, mentre le città erano svuotate e il silenzio dominava anche le
metropolitane, i sistemi d’allarme della Stazione Metro – un avamposto sotterraneo della
Vepu Foundation – si attivarono. Le telecamere registrarono solo un’ombra fugace, una
figura coperta da una mascherina chirurgica e un cappuccio, che sembrava muoversi con
conoscenza dei corridoi. Nessuno, né allora né dopo, fu in grado di identificarla.
-L’inventario-
Quando la sicurezza ispezionò i locali, si scoprì che l’intruso non aveva rubato armi,
documenti top secret o prototipi avanzati, ma un vecchio computer IBM 5100, custodito
insieme a migliaia di altri oggetti dimenticati nei sotterranei. Gli archivi mostravano che il
computer era lì dal 1981, catalogato come reperto tecnologico senza apparente valore
operativo.
-Il segreto dell’IBM 5100-
Con il passare dei mesi, alcuni ricercatori della Vepu rivelarono che quel modello possedeva
capacità uniche: era in grado di leggere e tradurre linguaggi di programmazione complessi
e ormai obsoleti, permettendo l’accesso a vecchi sistemi mainframe che nessun computer
moderno riusciva più a decifrare. Il 5100 era, in altre parole, una chiave universale per
archivi nascosti.
-Pensieri-
Si diffusero voci incontrollate: c’era chi sosteneva che l’intruso fosse un collezionista
ossessionato, altri che fosse un agente segreto interessato a documenti governativi criptati
nei sistemi degli anni ’70. Alcuni, i più paranoici, parlarono di un viaggiatore nel tempo
giunto a riprendersi proprio quell’oggetto, indispensabile per evitare un collasso
informatico globale.
-La pista spezzata-
Le indagini ufficiali si arenarono: nessuna impronta, nessun DNA, nessuna traccia digitale.
Persino le registrazioni di sorveglianza si corrompevano inspiegabilmente quando venivano
copiate o analizzate. Rimase solo il segnale d’allarme e il vuoto lasciato dall’IBM 5100. La
Vepu archiviò l’incidente come “intrusione non attribuibile”.
-Il mistero irrisolto-
Ancora oggi, a distanza di anni, il motivo di quel furto resta sconosciuto. Alcuni ritengono
che l’IBM 5100 sia stato usato per accedere a database governativi nascosti; altri, che sia
finito nelle mani di organizzazioni segrete. Un’ultima ipotesi, mai confermata, afferma che
quel computer non contenesse solo codici, ma anche la chiave per decifrare frammenti
dell’Equazione dell’Anima. Così, nel silenzio della pandemia, nacque un mistero che
continua a proiettare ombre sul presente.
